Mutui e prestiti: l’importanza del merito creditizio del cliente

Coloro che hanno richiesto un prestito o un mutuo hanno quasi sicuramente sentito parlare di merito creditizio, che sempre più spesso viene associato anche alla richiesta delle carte di credito. Il merito creditizio è del cliente se riguarda un privato, oppure di una società se si riferisce ad una persona giuridica.

Ma attenzione il suo significato in realtà non cambia in quanto indica sempre la stessa cosa: il livello di affidabilità che il richiedente di un tipo di finanziamento ha maturato nel corso del tempo. Quindi per definizione coloro che hanno un merito creditizio molto basso o addirittura negativo vedono le possibilità di ottenere il prestito (o mutuo) che oscillano da molto basse a nulle.

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Da cosa è dato?

Il merito creditizio, in modo molto semplice, è quindi una sorta di indicatore ‘meritocratico’ che un finanziato ha raggiunto. Quindi una persona che non ha mai avuto una storia creditizia (perché non ha una carta di credito, un fido o scoperto bancario, un piccolo prestito, un finanziamento a rate per acquisto di un bene, ecc) ha un merito creditizio neutro, che tradotto in numeri, per semplificare, sarebbe praticamente pari a zero.

lista con faccine e segno di approvazione con biffatura

Coloro che invece hanno avuto esperienze nel mondo del ‘credito’ hanno maturato un punteggio che sarà positivo (o meglio sempre più positivo) nel caso di comportamenti virtuosi (quindi nessun ritardo nei pagamenti, estinzioni anticipate o simili), oppure variabilmente negativo (anche con forti oscillazioni) se i comportamenti non sono stati mai, quasi mai o a volte poco virtuosi (fino al mancato rimborso ed alla possibilità di diventare cattivi pagatori).

A riguardo va detto che il merito esprime solo l’affidabilità data da comportamenti virtuosi o non virtuosi, mentre non sono specificate le motivazioni che hanno portato a una certa ‘valutazione’. Un aspetto che è marginale nel caso di un merito positivo mentre comincia a pesare nel caso di quello negativo soprattutto se le difficoltà di rimborso sono da imputare a situazioni del tutto fuori controllo.

Infine bisogna sottolineare come il merito creditizio sia importante in funzione della possibile ‘erogazione’ del finanziamento richiesto mentre non deve essere impiegato come indicazione della propria capacità di rimborso futura che invece è legata al reddito e, logicamente, ad eventuali prestiti (od impegni finanziari) già in corso.

Dove si ‘trova’?

Ci sono delle banche dati che raccolgono tutte le informazioni legate all’uso che facciamo dei ‘nostri’ prestiti. Nella pratica è come se per ogni tipo di prestito ci venisse attribuito un punteggio. Ovviamente questo è condizionato dal tipo di ‘credito’ che abbiamo usato anche se l’attribuzione del punteggio è varia e non si può conoscere in modo matematico a monte. Detto questo, per un prestito importante con un orizzonte temporale lungo di rimborso il punteggio sarà maggiore rispetto a una rateizzazione di importo modesto di 6 rate. Questi dati sono raccolti ed elaborati in continuazione. Le banche dati mantengono sia i dati positivi che quelli negativi, che possono portare anche ad essere inseriti in vere e proprie black list.

Affianco a questi database ci sono anche quelli interni alle varie banche e finanziarie, dove vengono inseriti i propri clienti e fatto un discorso analogo. Non solo, in questi casi l’attribuzione del merito viene ‘completato’ anche con altre voci, come il patrimonio detenuto o gestito che può influenzare (e non poco) una pratica di prestito o mutuo anche con redditi ridotti.

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Quali sono gli aspetti più importanti


La distinzione tra i vari ‘data base’ non va sottovalutata per svariate ragioni. In primis i dati raccolti dalle apposite società (come Eurisca) vanno incontro alla possibilità di cancellazione se ricorrono gli specifici requisiti (decorrenza dei termini e rimborso di rate scadute, arretrate, ecc). Ovviamente con una richiesta di cancellazione del merito creditizio bisogna fare attenzione a specificare che si tratta di quello negativo perché una richiesta generica porta alla cancellazione anche di quello buono. Comunque una volta che il merito creditizio è cancellato in quel database non c’è più traccia.

mano di uomo di affari con simbolo di approvazione

Fatta questa doverosa premessa è altrettanto importante sottolineare come gli istituti di credito non si affidino quasi mai solo ai database ufficiale, ma fanno prima un check all’interno dei propri per vedere se quel richiedente ha una storia pregressa con loro e di quale tipo. Tutto ciò:

  • permette di essere più tolleranti verso clienti ‘buoni’ che hanno un merito creditizio non troppo buono, e severi verso non clienti che si trovano in una situazione di pari negatività a livello di merito ma che non possono vantare un merito positivo;
  • spiega perché a volte pur controllando nei database non risulta alcuna annotazione negativa ma poi di fatto una particolare banca o finanziaria nega un prestito, anche se le garanzie reddituali potrebbero essere sufficienti.

Come si può migliorare?


Nel caso non si sia certi della propria situazione il primo passo è rappresentato dal controllo del proprio merito (se negativo o positivo) presso i database ufficiali (vedi anche Crif visura personale). Se ci sono annotazioni negative bisogna controllare se le condizioni per richiedere la cancellazione ci sono e quindi procedere a tale richiesta.

Per quanto riguarda i database interni a banche e finanziarie non c’è invece nulla da fare se non il rivolgersi a una banca o finanziaria con la quale non abbiamo maturato una storia negativa.

Per il resto, dato che il merito creditizio è solo una delle voci che sono riportate nel calcolo dello scoring (attribuzione di punteggio per arrivare al giudizio di fattibilità), si può migliorare la situazione grazie a ‘garanzie’ aggiuntive od all’introduzione di garanti e coobbligati. In molti casi sarà necessario accettare un tasso di interesse più elevato (che fa da contrappeso al maggior rischio collegato a un merito creditizio non brillante) e proprio in quest’ottica è essenziale rivolgersi a una banca o finanziaria che attribuisce un peso specifico differente rispetto a quello applicato da altre realtà concorrenti.