Conto corrente obbligatorio per mutuo

La maggior parte delle banche, al momento di far firmare una richiesta di mutuo, consigliano caldamente al richiedente anche l’apertura del conto corrente, per non dire che provano a subordinare la concessione di un mutuo proprio all’apertura di un conto corrente. Ma questa pratica è realmente obbligatoria o è un imposizione non effettivamente legalizzata?

Soprattutto in passato, infatti, si poteva arrivare fino a situazioni estreme in cui si parlava addirittura di obbligo o ‘conditio sine qua non’ il mutuo non sarebbe stato concesso. In altri casi questa informazione non veniva data direttamente, ma si lasciava capire che senza un conto corrente ‘obbligatoriamente’ aperto con la banca erogante, la pratica del mutuo non avrebbe ottenuto il via libera.

Proprio a causa della poca chiarezza in merito il legislatore nel corso degli anni è intervenuto più volte in materia, con disposizioni che tuttavia hanno lasciato ancora spazio all’interpretazione e alla confusione almeno fino al 2011.

disegno banca con soldi

Che cosa cambia nel 2011?

A partire dal 2011 non si è infatti lasciato più margine alla libera interpretazione dell’obbligatorietà, arrivando alla conclusione ‘ufficiale’ che l’obbligo di apertura del conto corrente è una pratica “scorretta” (non può quindi rappresentare un requisito per il mutuo obbligatorio).

Fatta questa doverosa e logica premessa dobbiamo capire ora la motivazione che è alla base del tentativo di invogliare ancora oggi il richiedente di un mutuo all’apertura di un conto corrente, caldeggiando soprattutto alcune disposizioni ad esso collegate, come l’accredito dello stipendio.

La risposta è abbastanza semplice: si tratta di un modo, legittimo, che la banca ha di tenere sotto controllo la gestione del budget del cliente e aumentare le possibilità che il pagamento delle rate avvenga in modo puntuale.

Quando è legittimo e quando è una pratica scorretta?

Ricapitolando, le banche, hanno il diritto di ‘tutelarsi’ tramite la proposta dell’apertura di un conto corrente. Anzi, si tratta di una richiesta legittima da fare ai mutuatari. Diventa invece una pratica scorretta quando ai mutuatari viene veicolata l’informazione che senza tale apertura il mutuo non verrà erogato.

È infatti sempre il futuro mutuatario che ha l’ultima parola a riguardo, potendo decidere se provvedere o meno a tale proposta valutando vari aspetti, tra i quali non è da trascurare quello dei costi.

Una pratica diffusa (e sempre legittima) è ad esempio quella di applicare dei costi di incasso ‘rid’ per il pagamento delle rate anche piuttosto elevati, se l’incasso della rata viene effettuato da un conto appartenente a un’altra banca.

Possibile opportunità ma calcolare il risparmio reale

Ci sono poi delle banche che per incentivare i mutuatari ad aprire i conti correnti e a disporvi l’accredito dello stipendio offrono delle condizioni migliorative sul mutuo (generalmente alleggerendo un po lo spread).

Per sapere se si tratta di una proposta economicamente vantaggiosa basta confrontare il taeg senza l’apertura del conto corrente con quella del mutuo con apertura del conto, dato che a partire dal 2011 le banche sono costrette ad inserire anche i costi collegati al conto corrente “funzionale” per la concessione del mutuo nel calcolo dei costi complessivi del mutuo in fase di preventivo.

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Se la differenza è praticamente inesistente, logicamente non vale la pena farsi allettare. Ovviamente in queste valutazioni bisogna anche farsi due calcoli confrontando i costi collegati al conto corrente proposto rispetto al conto corrente che si ha già, valutando anche l’eventuale impatto del costo (se previsto) dei 12 bonifici da effettuare all’anno per il pagamento della rata.

Approfondimento: Mutui meno cari

Il fattore tempo

Qualora si volesse invece procedere all’apertura di un conto corrente ‘collegato’ al mutuo in caso di condizioni migliorative, bisogna valutare l’eventuale obbligo che questo rimanga in essere per tutta la durata del piano di ammortamento.

Se nulla impedisce che il conto venga chiuso in un secondo momento (e con il mutuo ancora in corso) la scelta potrebbe essere interessante mentre è essenziale fare attenzione che non si vada incontro a delle penali nel momento in cui si dovesse decidere di chiudere il conto aperto appositamente, annullando in toto il bonus iniziale.

L’imposizione dell’apertura del conto corrente: opporsi senza timore

Con il decreto Salva Italia la banca non può subordinare la concessione del mutuo all’apertura e al mantenimento del conto corrente. I mutuatari possono quindi opporvisi senza difficoltà proprio facendo riferimento a questo decreto, qualora la banca dovesse far passare l’apertura del conto come un fatto obbligatorio.