Piano casa 2019/2020 – Le ultime novità

Il Piano Casa è nato per rilanciare in parte il settore edile (approfondimento: Prestiti ristrutturazione casa), soprattutto dal punto di vista occupazionale, e per andare incontro alle esigenze abitative degli italiani. Nel 2009 il governo e le regioni hanno fatto un accordo, con l’obiettivo di definire le linee generali di attuazione del piano casa, stabilendo una percentuale ampliabile ‘base’ del 20% del volume originario dell’abitazione. Questo a livello generale offre la possibilità a chi è già proprietario di un immobile di effettuare dei lavori di ricostruzione e di ampliamento. E’ stato però rimesso ad ogni regione la scelta delle volumetrie, i requisiti oltre che i permessi necessari per poter utilizzare le possibilità previste dal piano casa.

Cosa dice il regolamento?

Non tutte le regioni si sono attivate immediatamente, ed alcune a distanza di anni non hanno ancora provveduto alla determinazione del regolamento attuativo perché gli abitanti nella propria regione possano utilizzare il piano casa. Ad esempio la regione Lazio ha provveduto solo nel 2011, e più esattamente con la legge regionale 10/2011 (parlando tra l’altro di una realtà territoriale in cui il problema abitativo può sfociare in situazioni di emergenza, come nel caso della Capitale).

Nonostante in origine dovesse avere carattere temporaneo, in alcune regioni il piano casa è divenuto addirittura strutturale, ovvero permanente, come nel caso della: Valle d’Aosta, Umbria e Liguria. Nelle altre regioni, almeno per buona parte di esse, si è andati avanti con delle proroghe molte delle quali sono in scadenza nel corso del 2017. Vediamo quindi le principali novità e le varie situazioni regionali a settembre del 2017.

Cosa è cambiato nel 2017?

L’autonomia lasciata fin dal principio alle regioni, in quanto dirette interessate alla soluzione delle problematiche abitative, non ha portato all’approvazione di situazioni standard predefinite. Quindi le regioni che hanno provveduto all’approvazione di un regolamento di attuazione del piano casa non hanno seguito le stesse condizioni, stabilendo modulistica e modalità di richiesta differenti e soprattutto volumi ampliabili molto diversi. Ad esempio per il Lazio non è stato applicato il limite di volume di mc 1000 per poter fare un ampliamento del 20% che però non può essere superiore al 70 mq. La Regione Piemonte è stata invece tra le prime ad attuare il Piano casa, stabilendo tra l’altro l’aumento della cubatura del 20% rispetto a quella esistente senza introdurre delle ulteriori limitazioni.

Il 2017 è stato un anno in cui le amministrazioni poste alla guida delle regioni in cui era stato avviato l’iter per rendere operativo il piano casa si sono trovate davanti ad un bivio: fare una proroga oppure passare ad un’altra legge con finalità simili.

Anche in questo caso però l’autonomia regionale ha portato verso direzioni molto diverse. In alcune regioni la proroga arriverà fino al 2018 (come nel caso del Piemonte che è spinto fino a giugno 2018), mentre in altre, come ad esempio il Lazio, dopo la proroga di inizio anno di soli 4 mesi, con scadenza a fine maggio 2017, si è passati alla determinazione di quella che è stata definita come “legge di rigenerazione urbana”. Per questa è stato stabilito un assorbimento del piano casa, tra l’altro orientato soprattutto a zone agricole o rurali protette (approfondimento: Mutui agricoli), mentre in altre regioni l’estensione ha toccato ambiti notevolmente differenti.

Come avere informazioni?

Il più grande limite nel reperimento delle informazioni si scontra con ciò che è stato fattivamente deciso dalla propria regione. Proprio per questo è preferibile avvalersi di un tecnico specializzato e autorizzato che opera nella propria regione. Nella fase puramente informativa ci si può rivolgere anche all’ufficio tecnico di residenza oppure vedere se ci sono aggiornamenti sul sito della regione d’appartenenza.

Situazione regionale piano casa

  • Sardegna: proroga fino al 31 dicembre 2017 (deroga al 20% di ampliamento potendo arrivare fino al 45%)
  • Puglia: proroga fino al 31 dicembre 2017
  • Marche: proroga fino al 31 dicembre 2018 (possibilità di ampliamento pari a 20% più 15% per adeguamenti sismici);
  • Sicilia: proroga fino al 31 dicembre 2018 (oltre al 20% degli edifici residenziali possibilità di ampliamento del 15% per quelli produttivi);
  • Veneto: proroga fino al 31 dicembre 2018,
  • Calabria: proroga fino al 31 dicembre 2018,
  • Toscana proroga fino al 2018, (aumento fino al 35% per le sostituzioni edilizie)
  • Basilicata: proroga fino al 31 dicembre 2018.
  • Piemonte: proroga fino al 30 giugno 2018,
  • Lazio: terminato al 31 maggio 2017. Assorbimento dalla legge regionale sulla rigenerazione urbana.
  • Molise: fino al il 31 dicembre 2017
  • Friuli Venezia Giulia: scadenza il 19 novembre 2017
  • Campania: scadenza il 31 dicembre 2017.
  • Valle D’Aosta strutturale fin dal 2009.
  • Umbria strutturale: con la Legge Regionale n. 1 del 21 gennaio 2015
  • Liguria strutturale dal 2015.
  • Emilia Romagna Lombardia scaduto
  • Abruzzo: proroga fino al 31 dicembre 2017

Legge di rigenerazione urbana: cosa cambia nel Lazio?

La nuova legge regionale ha reso la normativa notevolmente più ampia ed allo stesso tempo ha inglobato il piano casa 2017 del Lazio recentemente ‘scaduto’. La legge di rigenerazione urbana regolamenta infatti gli interventi:

  • di ampliamento;
  • di miglioramento dell’efficienza energetica ed antisismica;
  • paesaggistici;
  • funzionali (ad esempio legati al miglioramento delle attività balneari).

Nel caso dell’aumento delle superfici dell’immobile la nuova norma mantiene la percentuale ‘base’ del 20% ampliando però l’ambito di applicazione anche alle attività agricole ed a quella ‘all’aria aperta’. Questo valore (così come i 70 mq massimi di ampliamento) potrà però essere modificato a livello comunale a seguito di particolari situazioni come ad esempio quelle legate alla prevenzione dei danni dovuti agli eventi sismici.