Due figure professionali che si sono diffuse soprattutto nel periodo del boom immobiliare, affiancandosi a quella degli agenti immobiliari, sono quelle dei mediatori e degli agenti creditizi, o agenti in attività finanziaria.
Entrambi per poter operare devono essere iscritti negli appositi elenchi detenuti dall’Oam. Anche se spesso vengono assimilati alla stessa “figura” professionale, di fatto si tratta di due tipologie differenti, che hanno in comune solo il fatto di mettere in contatto la domanda e l’offerta di prodotti di finanziamento (quali mutui, prestiti, ecc).
La differenza principale, che porta anche a delle ripercussioni e restrizioni differenti a seconda che si svolga quella l’attività di mediatore o quella di agente, sta sul livello di “indipendenza” nello svolgimento della propria attività.
Gli agenti creditizi operano su mandato da parte di una banca, finanziaria o società simile autorizzata, quindi hanno un rapporto di “dipendenza” (non nel senso classico del termine in quanto normalmente operano tramite apertura di partita Iva, con un legame di interesse specifico nella vendita di un determinato prodotto), che porta inevitabilmente ad un listino commissionale prefissato dalla società che dà mandato.
Normalmente il compenso spettante all’agente viene sostenuto direttamente dalla banca, essendo compreso nel costo complessivo del prodotto acquistato (che può essere maggiore o uguale a quello di un prodotto simile venduto in maniera diretta da una banca concorrente), ed indirettamente dal cliente.
Invece i mediatori creditizi ‘mediano’ senza avere legami con nessuna delle parti. Per cui decidono di volta in volta quale prodotto consigliare, godendo di una maggiore autonomia che dovrebbe portare a una maggiore imparzialità. Il compenso ai mediatori normalmente viene pagato a parte dal consumatore, con percentuali commissionali più o meno liberamente pattuite dalle parti (anche se nella pratica ci si muove entro dei limiti prefissati).
Il discorso è ampio e variabile. Ad esempio molte banche si avvalgono di promotori ed agenti riconoscendogli importi differenti a seconda dell’importo e della durata del mutuo (vedi anche Durata ideale del mutuo). In questo caso il mutuatario non pagherà una somma maggiore diretta, ma lo farà, spesso, indirettamente perché a rischio di vedersi consigliato a stipulare un contratto di mutuo con una maggiore durata o di un importo superiore rispetto alle necessità (così da far scavalcare il compenso commissionale allo scaglione superiore).
Con il mediatore il costo della consulenza/mediazione è più chiaro e diretto (vedi anche Costo assicurativo mutuo), ma rischia di far alzare (e non di poco) il costo complessivo del mutuo, a meno di usufruire di accordi molto convenienti che il mediatore ha con le banche, così da compensare nell’immediato i maggiori esborsi, e avvantaggiarsene nel lungo periodo.