Prestiti per pensionati: guida alla scelta

Tra i pensionati è molto diffusa la credenza secondo la quale per gli esponenti della loro categoria ottenere un prestito sia molto difficile, se non impossibile.

In realtà si tratta, per l’appunto, solo di una credenza, tra l’altro errata o, quantomeno, parziale.

Effettivamente, considerando che l’età massima per richiedere un classico prestito personale o finalizzato è di 75 anni alla scadenza del prestito e tenendo presente che l’età minima prevista per la pensione di vecchiaia è di almeno 67 anni, l’arco temporale in cui un pensionato può accedere al credito risulterebbe essere piuttosto risicato (6/7 anni al massimo), ma l’aspettativa di vita dei pensionati in Italia è molto più estesa di così (in media ci attestiamo intorno agli 83,1 anni).

Proprio per ovviare a tale discrepanza e per venire incontro alle esigenze di questa categoria di utenti considerata “fragile”, sono state pensate delle forme di finanziamento alternative e “dedicate”, che presentano specifiche agevolazioni, che possono riguardare sia i tassi applicati che la modalità di richiesta o i requisiti minimi necessari per potervi accedere.

Nel seguente articolo passeremo in rassegna le principali possibili alternative ai prestiti personali a cui possono accedere i pensionati.

Indice Articolo

Prestiti INPS

I pensionati in possesso dei requisiti minimi possono fare richiesta all’INPS per due diverse tipologie di prestiti:

  1. Piccolo Prestito INPS
  2. Prestiti pluriennali INPS

Sicuramente rappresentano la soluzione più vantaggiosa da un punto di vista strettamente economico. Infatti, in entrambi i casi parliamo di prestiti erogati direttamente dall’INPS sotto forma di cessione del quinto della pensione che presentano tassi agevolati, più concorrenziali rispetto a quelli di mercato e che possono essere richiesti fino a 90 anni di età alla scadenza.

Il vantaggio economico, però, si paga con lo svantaggio di poter essere richiesti solo se si è regolarmente iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali (Fondo credito). Inoltre, richiedono tempistiche piuttosto lunghe in quanto gli aventi diritto devono inoltrare apposita domanda per via telematica e attendere risposta in base alla capienza residua del Fondo Credito.

Per quanto riguarda gli importi, i primi sono adatti per piccole somme (pari al massimo a 8 volte la pensione netta percepita) da restituire in massimo 48 mesi. La somma richiesta può essere utilizzata come si vuole, senza doverne dare conto all’INPS.
I secondi, invece, danno accesso a somme più elevate ma possono essere richiesti solo per alcune specifiche finalità elencate nell’apposito Regolamento e che andranno opportunamente certificate in fase di richiesta.

Il sito ufficiale INPS presenta un’apposita pagina in cui poter effettuare una simulazione del prestito di proprio interesse, sia partendo dalla rata ideale, sia dall’importo di cui si necessita.

Cessione del Quinto della Pensione (anche in Convenzione)

Dal 2005 è stata estesa anche ai pensionati la possibilità di richiedere un prestito attraverso la cessione del quinto della pensione. Si tratta di un finanziamento che presenta una serie di indiscutibili vantaggi:

  • rata leggera, mai superiore al 20% della pensione netta (quota cedibile);
  • accessibile a cattivi pagatori o a chi ha già altri finanziamenti in corso;
  • richiedibili sulla carta fino a 90 anni a fine finanziamento (anche se nella pratica la maggior parte degli istituti di credito arriva al massimo a 85 anni).

Sicuramente, rispetto ai Prestiti Pluriennali INPS il Taeg applicato è meno vantaggioso, ma si ha la libertà di poter utilizzare la somma richiesta per qualsiasi utilizzo, senza dover mostrare giustificativi di spesa. Inoltre, se ci si rivolge presso banche e finanziari che hanno aderito alla Convenzione INPS, sarà possibile spuntare condizioni economiche agevolate e semplificazioni delle modalità di richiesta.

Prestito Vitalizio Ipotecario

Il prestito vitalizio ipotecario permette a chi ha compiuto 60 anni e possiede un immobile di ottenere un finanziamento.

Il beneficiario riceve una somma di denaro mantenendo la proprietà dell’immobile e senza dover provvedere mensilmente al rimborso delle rate (facoltativo solo il rimborso degli interessi). Alla sua morte, gli eredi possono scegliere di estinguere il debito e mantenere la casa o farla vendere dalla banca per coprire il debito, ricevendo eventuali eccedenze.

L’importo del prestito varia in base al valore dell’immobile e all’età del richiedente. Ad esempio, chi ha 60 anni può ottenere fino al 15% del valore della casa, mentre chi ha 90 anni può ricevere fino al 50%. Il valore della casa è stabilito da un perito e la somma massima erogabile non supera i 350.000 euro.

La durata del prestito non è fissa, dipendendo dalla vita del richiedente, e nel caso di finanziamento congiunto, dalla vita del partner più longevo.

Per richiedere il prestito è necessario presentare documenti di identità, codice fiscale, stato di famiglia, certificato contestuale o cumulativo e una relazione notarile preliminare.

Questo prestito è vantaggioso poiché l’età minima per accedervi è stata ridotta a 60 anni, permettendo un accesso più prolungato al finanziamento. Inoltre, il beneficiario può continuare a vivere nella casa e, in caso di vendita forzata, la banca non può chiedere ulteriori somme agli eredi se il ricavato non copre il debito.

(Ultimo aggiornamento: 24 luglio 2024)