Social lending: funzionamento e caratteristiche principali

Tra le possibilità che si hanno per ottenere un prestito troviamo anche il social lending, che allo stesso tempo rappresenta una tipologia alternativa di investimento. Per capire il funzionamento, dobbiamo per prima cosa stabilire in quale categoria di finanziamento si inserisce e poi vedere le peculiarità che presenta. Solo in questo modo è possibile valutare se effettivamente sia una soluzione appetibile tanto per chi cerca un prestito che per chi vuole diversificare i propri investimenti.

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Il funzionamento

Social lending in italiano viene spesso tradotto come ‘prestito tra privati’ anche se spesso anche da noi utilizziamo la terminologia inglese perché è un sistema nato proprio nel mondo anglosassone, come forma di prestito che viene erogato da un privato verso un privato.

Ma che cos’è? Rappresenta in parole semplici un tipo di prestito personale che difficilmente raggiungerà cifre molto alte. Proprio per questo presenta in generale le stesse caratteristiche previste per il credito al consumo e prevede l’applicazione della stessa normativa che ne disciplina il funzionamento. Quindi dove si trova la vera particolarità?

In primis nei soggetti coinvolti in quanto non abbiamo la banca e il potenziale finanziato, ma abbiamo tre soggetti coinvolti:

  • il privato o i privati che scelgono di investire ‘finanziando’;
  • il potenziale finanziato;
  • la piattaforma che permette alla domanda (finanziati) e offerta (prestatori che vogliono investire) di incontrarsi.

Le società che gestiscono il social lending in base alla normativa vigente devono essere autorizzate dall’autorità competente in quella nazione e questo è uno dei motivi per i quali alcune piattaforme nel corso degli anni sono scomparse o hanno cambiato nome dopo aver ottenuto tutte le licenze.

Oggi le modalità di ‘lending’ si sono diffuse anche sotto forma di crowdfunding anche se non risultano particolarmente interessanti per soddisfare le esigenze della clientela retail quanto per la realizzazione di grandi investimenti (per esempio nell’ambito immobiliare come alternativa ad un mutuo, per finanziare grandi lavori di ristrutturazione o costruzione).

Un finanziamento per tutti?

Il fatto che si possa avere un prestito peer to peer potrebbe far pensare che chiunque possa ottenerlo. In pratica però non è così, perché la piattaforma deve tutelare sia i prestatori che i finanziati. A questi ultimi non devono essere applicati dei tassi di interesse eccessivamente elevati, ma proporzionati ai punteggi di ‘affidabilità’ calcolati in base ad un criterio molto semplice: minore è il rischio (perché più alto il punteggio di affidabilità) e minore dovrà essere il tasso applicato. Viceversa a un maggior rischio (minore punteggio di affidabilità) corrisponde un maggior tasso.

Il tasso più o meno elevato non serve solo al finanziato (che tuttavia non ha molte alternative se non cercare di ottenere un tasso più basso altrove, potendo fare dei confronti con ciò che propongono altre piattaforme, banche, finanziarie) ma anche all’investitore. Anzi serve soprattutto a quest’ultimo che potrà decidere quanto investire e quale rischio accettare per guadagnare di più. È infatti chiaro che se si sceglie un finanziamento con un tasso più alto, implicitamente si sta finanziando qualcuno che ha qualche possibilità in più di non restituire in tutto o in parte la somma ottenuta. Per limitare questo aspetto gli investitori possono decidere di suddividere le quote di investimento tra diversi finanziati, così da diversificare il rischio e i tempi di rimborso.

Di contro un finanziato, se non riesce ad offrire il raggiungimento di una soglia minima di affidabilità, non verrà accettato dalla società che gestisce la piattaforma e quindi non avrà accesso a nessuna forma di prestito offerto da quella specifica piattaforma.

Ci sono diverse modalità di valutazione del merito creditizio dei potenziali finanziati. Non solo, le società possono attribuire punteggi differenti agli stessi elementi in valutazione, che nella loro somma possono quindi portare a punteggio differenti. Quello che è certo è che una persona che ha un merito creditizio negativo in modo pesante (per esempio un protestato od un cattivo pagatore) non verrà accettato. Quindi il social lending è una soluzione in più per chi ha già buone possibilità di ottenere ovunque un finanziamento, ma non rappresenta la soluzione di salvataggio per chi non ha alcuna via aperta per l’accesso ai finanziamenti (in questo caso rimane la possibilità di richiedere un prestito cambializzato anche tra privati).

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Come si procede alle richieste?

La prima cosa da fare è quella di accertarsi che la piattaforma scelta sia autorizzata e vigilata (ad esempio dalla Banca d’Italia). Quindi bisogna registrarsi e decidere se farlo come ‘finanziato’ oppure come “prestatore”, poiché gli obiettivi ed il tipo di partecipazione è del tutto differente.

Se si sceglie la strada del finanziato, si deve inviare tutta la documentazione necessaria affinché la società che gestisce la piattaforma possa definire lo scoring da attribuire. Successivamente la piattaforma può decidere di pubblicare la richiesta di prestito con le caratteristiche relative al rimborso (come tasso e durata, oltre l’importo richiesto). A questo punto l’offerta è visibile nel marketplace e gli investitori interessati possono decidere di ‘acquistare’ delle quote fino a quando ce n’è disponibilità. Una volta ottenuta la somma il finanziato comincerà a rimborsare, secondo le condizioni del prestito, le rate mensilmente alla piattaforma che provvederà al rimborso verso il finanziatore/prestatore.

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Se si sceglie la strada del prestatore bisogna registrarsi con questo tipo di ruolo. Generalmente viene prevista una prima fase in cui si risponde ad un questionario o si fanno delle scelte per impostare la propria propensione al rischio. La quantità o percentuale di quote acquistabili per singolo prestito e l’importo delle quote, di norma, è definito a monte dal regolamento della piattaforma, ma ci possono essere delle eccezioni.

I costi

La scelta del social lending può essere motivata dalla possibilità di spuntare dei tassi più contenuti rispetto a quelli applicati nel sistema bancario. C’è da considerare che il tasso di interesse va ad assorbire anche una parte di commissioni (per esempio per la mediazione nell’incasso delle arte) e che comunque la piattaforma prende una commissione sulla somma finanziata (che viene di norma versata già stornata da questo importo, come accade per l’istruttoria sui prestiti). Se poi le condizioni, i costi, i tassi siano appetibili o meno, il tutto dipende dal tipo di valutazione personale in base alle proprie necessità.