La casa è un diritto sancito dalla costituzione per i cittadini italiani anche se gli immobili sono una ricchezza non solo per i proprietari, ma anche per lo Stato. Proprio per questo nel corso degli anni sono nate alcune iniziative atte ad aiutare, in modo particolare determinate categorie, nella fase di reperimento delle provviste di denaro necessarie per poter procedere all’acquisto o ristrutturazione della “prima casa”. Tali interventi presentano sia carattere statale che regionale.
Molti di questi provvedimenti sono stati frutto di vere e proprie convenzioni, che hanno coinvolto l’Abi, tra le quali le più note sono quelle legate alle tranche di moratoria accordate, ma che hanno trovato sostanza soprattutto nel Plafond casa.
Questo non va però confuso con il fondo di garanzia prima casa, che rispetto ad altre iniziative mantiene omogeneità rispetto alle scelte pregresse, per:
La gestione del fondo non viene svolta da uno dei ministeri (come è avvenuto per altre tipologie di fondi mutui), ma è demandata al Consap spa. A sua volta il Consap collabora con le banche aderenti o convenzionate. Tramite il fondo si ha la possibilità di facilitare l’accesso al credito destinato all’acquisto o alla ristrutturazione della prima casa, in misura pari al 50% dell’importo massimo richiesto, che comunque non può superare i 250 mila euro (vedi anche Guida all’acquisto della prima casa).
Inoltre gli immobili non devono essere classificati come abitazioni di lusso oppure ville, abitazioni signorili, ecc. Per quanto riguarda invece i requisiti soggettivi, le giovani coppie (con under 35 anni titolari di contratti di lavoro atipico) ed i nuclei con un solo genitore e figli minori, hanno priorità di accesso (la priorità viene decisa dal Consap, considerato che il fondo ha uno stanziamento prefissato, che va ad esaurimento).
Il fatto che queste categorie abbiano priorità non significa che possano essere le sole destinatarie (come avveniva per esempio con il fondo destinato alle giovani coppie di qualche anno fa). Per essere precisi, l’ordine di priorità nell’accettazione delle richieste andrà a favore delle seguenti categorie:
Da parte loro quindi a che cosa rinunciano in concreto le banche? A richiedere garanzie aggiuntive “non assicurative” per la concessione delle somme richieste dai potenziali mutuatari, potendo fare affidamento sulla garanzia offerta, pro quota dal fondo stesso. Che cosa significa?
Che lo Stato non offre un contributo diretto al mutuatario, ma si pone come garante fino a quando c’è liquidità nel fondo stanziato, che a mano a mano viene impegnato dalle pratiche approvate. In conclusione l’intervento statale rende più semplice l’accesso al mutuo, in quanto la banca accetta un livello di garanzia inferiore a quello che altrimenti dovrebbe richiedere al solo mutuatario (il quale è tenuto comunque a raggiungere il livello di garanzia che la banca gli attribuisce).
Basta rivolgersi ad una delle banche aderenti, compilando l’apposito modulo, la cui visione viene poi posta all’attenzione della Consap, che deve decidere in merito alla priorità di concessione dell’accesso al fondo stesso, alla cui decisione è subordinata la decisione della banca stessa.
La procedura prevede i seguenti punti:
Per conoscere l’elenco delle banche convenzionate è possibile riferirsi al sito ufficiale della Consap.
I benefit appena descritti rappresentano la base della convenzione a cui i vari istituti di credito possono aggiungere ulteriori agevolazioni. Vediamo alcuni esempi pratici esemplificativi delle varie condizioni:
(Fonte: Consap – Data: 26 maggio 2020)