L’idea di poter dilazionare un pagamento senza alcun costo aggiuntivo attira sempre l’attenzione. Ma quando si parla di prestito a tasso zero, di cosa si tratta davvero? È una formula realmente accessibile o solo uno slogan pubblicitario? E soprattutto: conviene al cliente?
Per rispondere a queste domande è utile chiarire innanzitutto cosa si intende con “tasso zero” e quali sono le condizioni in cui questa tipologia di prestito viene concessa.
Indice Articolo
Un prestito viene definito a tasso zero quando il TAN (Tasso Annuo Nominale) è pari allo 0%. In questo caso, sul capitale preso in prestito non si pagano interessi.
Tuttavia, il vero indicatore del costo complessivo di un finanziamento è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), che include anche spese accessorie come istruttoria, incasso rata e assicurazioni obbligatorie.
Solo quando TAN e TAEG coincidono entrambi con lo 0% si può parlare di un prestito realmente gratuito per il cliente. Si tratta di una condizione rara, che di norma compare solo in determinati contesti promozionali o agevolati.
Dal punto di vista del cliente, la convenienza è immediata: con un prestito a tasso zero si può acquistare un bene o un servizio pagandolo a rate, ma senza pagare un euro in più rispetto al prezzo di listino. In pratica, è come avere la possibilità di rateizzare senza dover sostenere interessi o costi nascosti.
Il vantaggio è evidente soprattutto per beni di grande valore, come gli impianti fotovoltaici o gli elettrodomestici di ultima generazione, dove il pagamento dilazionato consente di godere subito del prodotto senza gravare eccessivamente sul bilancio familiare.
In alcuni casi, come per i prodotti destinati alla riqualificazione energetica, le rate annuali possono addirittura essere coperte dalle detrazioni fiscali, trasformando il prestito in un meccanismo quasi neutro per il cliente.
Se il vantaggio per chi richiede il prestito è chiaro, per la banca o la finanziaria la questione è diversa. Gli istituti di credito guadagnano dagli interessi e dalle commissioni. Se queste vengono azzerate, il margine di guadagno scompare, mentre il rischio di insolvenza rimane.
È per questo motivo che i prestiti a tasso zero non vengono quasi mai concessi come prestiti personali di liquidità, cioè quelli in cui la somma erogata può essere spesa liberamente. In questi casi non c’è un bene materiale che funge da garanzia, un venditore che copre i costi né un ente pubblico che li sostiene.
Le formule a tasso zero compaiono quindi soprattutto nei finanziamenti finalizzati – dove il rivenditore si accolla le spese pur di incentivare la vendita – oppure nei programmi pubblici agevolati, dove lo Stato interviene per promuovere determinati settori o iniziative.
Finanziamenti finalizzati nei negozi
Si tratta delle formule più comuni. Sono i prestiti proposti dalle grandi catene di elettronica, arredamento o elettrodomestici per permettere ai clienti di dilazionare il pagamento di prodotti costosi, come una cucina completa o una lavatrice di ultima generazione.
In questi casi il rivenditore, in accordo con la finanziaria, si fa carico degli interessi per rendere più appetibile l’acquisto e aumentare le vendite. Per il consumatore il vantaggio è evidente: portare a casa subito il bene desiderato, senza sborsare tutto l’importo in una volta e senza interessi da pagare.
Accanto ai prestiti finalizzati tradizionali, esiste un prodotto particolare, che potremmo far rientrare anche nella categoria dei Prestiti Green: Agos One, pensato specificamente per l’acquisto di beni legati alla transizione energetica. La formula è unica: il cliente paga subito metà del prezzo e finanzia il restante 50% a TAN e TAEG 0%, da restituire in dieci anni con una sola rata all’anno. Questa struttura consente di abbinare le scadenze del prestito alle detrazioni fiscali riconosciute per interventi di riqualificazione energetica, rendendo la gestione del rimborso ancora più sostenibile. È un esempio concreto di come il tasso zero possa diventare uno strumento a supporto non solo del consumatore, ma anche delle politiche di efficientamento energetico.
(Fonte: sito ufficiale Agos; Data rilevazione: 3 settembre 2025)
Carte di credito a saldo
Un caso particolare di prestito a tasso zero è rappresentato dalle carte di credito a saldo. Con questo strumento si possono effettuare acquisti anche senza avere liquidità sul conto: l’importo viene anticipato dall’emittente e rimborsato in un’unica soluzione il mese successivo, senza interessi. In sostanza, è come avere un piccolo prestito gratuito a brevissimo termine.
Il costo, se presente, deriva solo dal canone annuale della carta, che fa sì che il TAEG non sia sempre pari a zero. Se però la carta è gratuita o in promozione, rappresenta una delle forme più pratiche di credito a tasso zero.
Carte revolving e promozioni
Solo alcune carte di credito revolving, come Agospay Zero, permettono di rateizzare senza interessi determinati acquisti, generalmente sopra una certa soglia (500 euro, ad esempio). È una soluzione utile per chi affronta periodicamente spese medie e preferisce diluirle nel tempo.
(Fonte: sito ufficiale Agos; Data rilevazione: 3 settembre 2025)
Buy Now Pay Later (BNPL)
Servizi come Scalapay, Klarna o PagoDIL consentono di pagare in tre o quattro rate senza interessi, direttamente al momento dell’acquisto online o alla cassa di un negozio. Sono formule veloci e senza burocrazia, pensate per spese di piccolo importo, che restano convenienti finché si rispettano le scadenze.
Prestiti agevolati pubblici
Infine, esistono iniziative pubbliche come il programma “ON – Nuove imprese a tasso zero” di Invitalia, che sostiene giovani e donne con finanziamenti agevolati senza interessi per avviare nuove attività. In questo caso, il costo del prestito è coperto da fondi statali, con l’obiettivo di stimolare l’imprenditoria e la crescita economica.
Il prestito a tasso zero non è uguale per tutti e la scelta dipende dal bisogno specifico.
Se l’obiettivo è acquistare un bene durevole, un finanziamento finalizzato rappresenta la soluzione ideale.
Per spese quotidiane o straordinarie di importo medio, possono essere più adatte le carte con rateizzazioni promozionali o le carte a saldo.
Per acquisti online di piccolo valore, i servizi BNPL sono rapidi ed efficaci.
Se invece la finalità è avviare un’impresa, i prestiti agevolati pubblici sono la strada da percorrere.
L’unica situazione in cui il tasso zero non è disponibile è quella della liquidità pura, dove cioè si desidera ricevere una somma libera da utilizzare senza vincoli. In questo caso bisogna orientarsi sui prestiti personali tradizionali, con tassi più o meno competitivi a seconda del mercato.
Il prestito a tasso zero esiste davvero e può essere molto conveniente, ma va interpretato correttamente: non è un prestito universale, né uno strumento disponibile sempre e comunque.
È vantaggioso per il cliente perché consente di diluire i pagamenti senza interessi, ma sostenibile per l’ente erogatore solo quando c’è qualcuno – un rivenditore, una banca in promozione o lo Stato – che si fa carico dei costi.
Per sfruttarne al meglio i benefici è importante leggere con attenzione le condizioni, verificare TAN e TAEG e scegliere la formula più adatta alle proprie esigenze. Solo così il tasso zero mantiene davvero la promessa di essere un’opportunità senza costi nascosti.